venerdì 13 giugno 2008

Forte Poerio:abbandono del progetto e libertà di espressione...

Dal Gazzettino di oggi:
"MIRA Maggioranza spaccata sulla mozione di Rc favorevole al centro immigrati
Forte Poerio infiamma il consiglio


Mira
Forte Poerio torna a infiammare il consiglio comunale a Mira nonostante il progetto sia stato ritirato. Un ordine del giorno proposto da Rifondazione che impegnava la giunta a proseguire sull'iniziativa è stato approvato in consiglio a stretta maggioranza, con il voto contrario di due esponenti di maggioranza Andrea Patron e Paolo Lucarda. E infuocano le polemiche.

«La precipitosa retromarcia della giunta sull'ostello per migranti a Forte Poerio - tuona il coordinamento comunale di Forza Italia - ha evidenziato le difficoltà di rapporto con le opposizioni e il baratro che separa questa giunta dai cittadini. Al di là della finta sicurezza ostentata dal sindaco, la giunta appare paralizzata e stretta tra le rigidità di Prc e Verdi e la dissociazione di alcuni consiglieri ex-Margherita. Non si risolvono i problemi di Mira con i monumenti o le inaugurazioni di piazze mai finite. Si parla di canili, aree per i Rom, rilancio turistico, ma niente sullo sviluppo di Mira, sul nuovo distretto sanitario, sui cimiteri, sul nuovo Prg, sull'utilizzo dell'ex campo da rugby e sulla casa di riposo».

Renato Martin, capogruppo del Partito Democratico, getta invece acqua sul fuoco. «Il consiglio comunale di mercoledì sera - dice - ha sancito l'abbandono definitivo del progetto perché è mancato il tempo per far partecipare i cittadini e perché i tempi di intervento sono diversi rispetto alla tempistica definita dal piano ministeriale. In consiglio è passato chiaramente, votando un ordine del giorno a maggioranza, l'impegno di procedere con progetti propri e su proposte per dare risposte concrete ai bisogni abitativi di miresi e immigrati. Quanto alla presunta sfilacciatura della maggioranza - conclude Martin -, mi sento di assicurare che su temi che investono la sfera delle sensibilità personali non vale la regola della "disciplina di partito": ogni consigliere deve sentirsi libero di potersi esprimere in base alla propria coscienza».

Luisa Giantin"

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