lunedì 17 novembre 2008
Il giardino in Riviera
Lo spunto per questo post parte da una lettura interessante.Un giardino a Venezia di Frederic Eden.
Nella nostra bellissima Riviera non ci sono solo le ville venete da valorizzare, ma anche i giardini attigui, ognuno con un proprio stile (inglese, all'italiana, romantico)che meglio si adattava al gusto del proprietario, fosse esso giardino botanico o semplicemente giardino di piacere.Grande partimonio storico-architettonico e botanico e dunque da valorizzare.
In ognuno di questi piccoli angoli segreti ritroviamo l'influenza orientale,dovuta agli intensi i rapporti commerciali e mercantili della città, tant'è che i giardini così realizzati si arricchirono di specie «nostrali» e «forestiere»importate dall'Oriente dalle Crociate, e il Navagero (antico
proprietario e ambasciatore alla Repubblica) «...si recava tosto
a quel delizioso ritiro, ove con dotti uomini conversando o volendo
pur penetrare nei segreti della meravigliosa natura, gli
alberi, l'erbe ed i fiori diligentemente osservando, il sommo suo
ingegno intanto vieppiù arricchiva di utili cognizioni».
In essi ritroviamo svariate specie di pianta importate, prima tra tutte fedelmente presente la palma.
Nulla è lasciato al caso, il girdiniere deve compiere un'opera d'arte nella manutenzione: ad esempio per ottenere un buon gioco di chiaro-scuri, in primo piano vanno collocate piante con forma caratteristica e poco ingombranti (betulla, olivo), quelle invece con forma imponente e compatta (platano, quercia, abete) stanno meglio in secondo piano perché fanno da sfondo e non impediscono la visuale.
Le piante vanno disposte vicine tra loro perché gli alberi amano la compagnia di altri alberi; si può anche tener conto che un «assioma» del giardiniere è quello di impiegare sempre un numero dispari di alberi della stessa specie, a meno che non
si tratti di alberare un viale. Buona norma è pure quella di far
prevalere una sola forma, usando le altre come termine di confronto.
Infatti, variando troppo gli esemplari, si crea un senso di disorientamento e d'incertezza.
Altra piante che ritroviamo spesso è il caco, detto anche "cibo degli Dei". Frutto ma tanto altro.
IL KAKI . Il suo nome botanico e Diosspyros kaki,o loto del giappone, ma tutti lo chiamano popolarmente caco.La pianta appartiene alla famiglia delle ebenacee e ha una tradizione millenaria. Il frutto corrisponde alla bacca,la cui polpa matura dal sapore delicato e zuccherino:in Oriente era cosi apprezzato, da essere considerato fin dall'antichità "cibo degli idei".La sua origine è nelle regioni calde della Cina settentrionale,qui chiamato la mela d'oriente, da dove si è diffuso in Giappone ,dove ha ancora un ruolo importante nell'alimentazione quotidiana.
E' considerato ancora oggi,l'albero delle sette virtù: la prima è la sua lunga vita,la seconda la grande ombra,la terza la mancanza di nidi tra i rami,la quarta l'assenza di tarli nel legno,la quinta la possibilità di giocare con le sue foglie indurite dal gelo.Sesta la qualità delle foglie da cui si ricava un bel fuoco,settima la possibilità di usare le sue foglie come concime per la terra:Il viaggio di questo frutto verso l' Europa , inizia verso la fine del 700, e viene coltivato come pianta ornamentale:Il primo albero di cachi in Italia fu piantato nel giardino di Boboli a Firenze nel 1871.Oggi è il frutto piu' colorato dell'autunno,la buccia è molto sottile e la polpa e' tenera,e deve essere consumata a completa maturazione,(il frutto acerbo da una sgradevole sensazione astringente sul palato, dovuta all' elevato contenuto di tannino) e lo si riconosce quando la buccia diventa arancione brillante e la buccia quasi si spacca ,il gusto è dolcissimo e la consistenza quasi gelatinosa:nel caso si voglia accelerare la loro maturazione, si consiglia di metterli vicino a delle mele,durante e conservarli in un posto asciutto e senza luce. I cachi contengono beta -carotene,vitamina c,potassio ,a completa maturazione il caco è molto energetico,65 calorie per 100 grammi,e ha forti quantità di zuccheri,,molto ricco di fibre ha un efficace funzione diuretica;si puo' considerare un frutto completo sotto tanti punti di vista.
Bellissimo quello sito in Villa Allegri von Ghega:foto sopra.
Collegato a questo argomento voglio seganlarvi il libro da poco uscito, di Frederick Eden "un giardino a Venezia".
Pubblicato per la prima volta nel 1903 dalla prestigiosa rivista "Country Life", questo volume, arricchito da fotografie e illustrazioni, racconta la creazione dì un giardino in puro stile inglese - con tanto di frutteto e di una mucca per il latte fresco - nel luogo più improbabile che si possa immaginare: la Giudecca di Venezia. L'autore, un nobiluomo inglese ritiratosi in Italia per problemi di salute, acquista un lotto di terreno alla Giudecca e inizia a coltivarlo, a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, rendendolo un vero e proprio paradiso terrestre attraverso numerose varietà di piante e fiori, native o importate. Il luogo acquisterà fama negli anni successivi e le sue meraviglie attireranno l'attenzione di viaggiatori del calibro di Proust, Rilke e Henry James. Oggi il giardino giace in completo abbandono, e sono numerose le voci di protesta che vogliono scuotere l'attuale proprietà (una Fondazione viennese) perché riporti questo angolo di Venezia all'antico splendore.
Chissà che presto si possa progettare un recupero dei giardini storici anche nel nostro territorio.
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